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Il Mostro di Loch Ness

Plesiosauro

I Plesiosauri (Plesiosauria) sono un gruppo di rettili acquatici vissuti tra il Triassico superiore e il Cretacico superiore, divenendo particolarmente comuni nel corso del Giurassico. Essi hanno conteso il predominio dei mari del Mesozoico agli altri rettili marini, come gli Ittiosauri. Si estinsero alla fine del Cretaceo, a causa dell’evento di estinzione noto come K-T, insieme a moltissimi altri gruppi di rettili.

Il nome “plesiosauro” è usato per riferirsi a tutti i membri dell’ordine Plesiosauria, ma nella cultura popolare questo termine è usato soltanto in riferimento alle forme a collo lungo (sottordine Plesiosauroidea), così come alle creature dell’immaginario collettivo come “Nessie”.

“Un serpente passato attraverso il corpo di una tartaruga”, così nei primi anni dell’Ottocento il famoso paleontologo inglese William Conybeare descriveva l’aspetto di un plesiosauro. In effetti, almeno i membri del sottordine Plesiosauroidea corrispondevano a questa immagine, con un corpo largo, coda corta, collo lungo e zampe trasformate in pinne. I plesiosauri, infatti, conservavano due paia di zampe, che si erano però evolute in strutture simili a pagaie. I loro antenati, i notosauri, possedevano corpi più simili a quelli dei coccodrilli, mentre i corpi dei plesiosauri erano più compatti e corti.

I tipi di plesiosauri si distinguono principalmente per la grandezza della testa e la lunghezza del collo: i membri dei Plesiosauroidea, come i criptoclididi, gli elasmosauridi e i plesiosauridi possedevano lunghi colli e potrebbero essere stati abitatori di acque basse, nutrendosi lungo il fondale. I plesiosauri nel periodo della loro massima diffusione dettero origine a creature davvero incredibili, come Elasmosaurus, con colli lunghi anche sette metri e dotati di un’enorme quantità di vertebre per garantirne la flessibilità. La maggior parte del sottordine Pliosauroidea (come i pliosauridi e i romaleosauridi) possedevano invece colli più corti e testa grandi e allungate; questi animali vivevano probabilmente in acque più profonde.

Tutti i plesiosauri possedevano quattro zampe simili a pinne; si pensa che questo insolito adattamento fosse usato per spostare il corpo attraverso l’acqua grazie a una combinazione di movimento rotatorio e verticale. Nelle moderne ricostruzioni sono rappresentati con una pinna caudale come gli ittiosauri e alcuni mosasauri, ed è probabile che la coda fosse utile solo nel controllo direzionale. Potrebbero esservi state somiglianze nel movimento dei plesiosauri e di alcune creature viventi, come i pinguini e le tartarughe marine, che hanno rispettivamente due e quattro zampe simili a pagaie.

Le narici interne erano posizionate in avanti sul muso, e possedevano scanalature nel palato per canalizzare l’acqua, il cui scorrimento era mantenuto dalla pressione idrodinamica sopra le narici esterne situate posteriormente. Durante il passaggio attraverso i condotti nasali, l’acqua era probabilmente “sentita” dagli epiteli olfattivi.

In generale, i plesiosauri sono tra i più grandi predatori marini di ogni tempo: i più piccoli erano lunghi circa due metri, mentre i più grandi (appartenenti ai pliosauri, come il cosiddetto “mostro di Aramberri”) raggiungevano i 15 metri. In ogni caso, alcuni ittiosauri del Triassico (Shastasaurus) raggiungevano i 21 metri, e anche alcuni mosasauri del Cretaceo potevano superare i 15 metri di lunghezza (Hainosaurus).

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